Aspetti sostanziali e processuali • Casi pratici • Giurisprudenza • Formulario - Nel CD-Rom • Formulario • Raccolta normativa • Rassegna di Giurisprudenza
Questa nuova edizione, totalmente rifatta, è suddivisa in tre parti, nelle quali sono analizzati, rispettivamente, i profili formali e gli aspetti sostanziali della tutela d’urgenza, nonché i margini di manovra dell’art. 700 c.p.c. nel rapporto di lavoro.Quest’ultima parte è stata inserita perché, come gli ultimi mesi hanno ampiamente dimostrato, il “lavoro” ai tempi di Marchionne è caratterizzato da un peggioramento delle condizioni per i lavoratori e dal rischio di una microconflittualità perenne nelle fabbriche, che rendono quantomai attuale e opportuna una disamina dell’applicabilità dello strumento cautelare in questo particolare settore.Più in generale, il presente volume intende fornire un’analisi aggiornata e facilmente accessibile dei provvedimenti cautelari e, in particolare, della species dei provvedimenti d’urgenza, che tanto successo riscuotono nelle aule giudiziarie perché costituiscono un rimedio, sia pure parziale, alle lungaggini che ostacolano l’ottenimento, in tempi rapidi, di una decisione definitiva.Tali provvedimenti mirano, infatti, a scongiurare i rischi che si annidano in una prassi giudiziaria scandita da tempi geologici, che sempre più spesso rischia di confezionare sentenze inutili perché tardive.Requisiti della tutela cautelare sono il periculum in mora, vale a dire il rischio che l’eccessivo protrarsi di un giudizio ordinario possa facilitare il verificarsi di un danno a carico di chi invoca giustizia, e il fumus boni iuris, ossia la probabile fondatezza della pretesa.In questa prospettiva, il giudice dovrà stringere i tempi dell’attività istruttoria, poiché l’esigenza di evitare che il pericolo di danno si tramuti in un danno effettivo non consente una cognizione piena dei fatti. Il giudice, cioè, dovrà decidere sulla base di una cognizione sommaria, accertando la probabile esistenza del diritto ed emanando un provvedimento i cui effetti sono temporalmente circoscritti, potendo essere travolti dal provvedimento definitivo emesso all’esito dell’accertamento pieno dei fatti raggiunto attraverso il procedimento ordinario.Questo rapporto tra provvedimento cautelare e provvedimento definitivo (c.d. nesso di strumentalità, in quanto il provvedimento cautelare è, per così dire, “strumento” per assicurare l’utilità del futuro provvedimento di merito) ha perso, però, i connotati di drammaticità che lo caratterizzavano fino a un recente passato. Infatti, a seguito delle modifiche apportate al procedimento cautelare dalle riforme del 2005, una nutrita schiera di provvedimenti cautelari (i provvedimenti d’urgenza, gli altri provvedimenti cautelari idonei ad anticipare gli effetti della sentenza di merito e i provvedimenti emessi a seguito di denuncia di nuova opera o di danno temuto) non sono più destinati ad essere implacabilmente sostituiti da un successivo provvedimento di merito: il giudizio di merito è soltanto eventuale, e qualora non venga promosso il provvedimento cautelare d’urgenza (o altro provvedimento anticipatorio) resterà, solitario, a disciplinare quel determinato rapporto.Tra le misure cautelari anticipatorie, il provvedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c. è quello di più frequente applicazione, sia per la possibilità di chiedere il provvedimento a tutela di ogni diritto minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile, sia per l’atipicità del contenuto del provvedimento, determinato dal giudice di volta in volta, tenendo conto delle circostanze concrete.Questa estrema duttilità del provvedimento emerge nitidamente dall’ampia casistica contenuta nel manuale, che evidenzia la malleabilità di questo rimedio, che oscilla tra questioni futili (liti condominiali, ad esempio) e temi serissimi (il diritto alla salute minacciato dall’inquinamento elettromagnetico o il rifiuto delle terapie), tra diritti di stampo strettamente economico e interessi personalissimi.