È consolidato e diffuso il consenso sul ruolo centrale e sempre più strategico delle risorse umane ed in particolare delle conoscenze, delle potenzialità e delle esperienze che esse incorporano in modo invisibile nel determinare il valore generato dalle imprese e nell'attribuire loro un vantaggio competitivo sostenibile nel lungo periodo.
Tuttavia, malgrado il generale riconoscimento della risorsa umana quale variabile economica critica per le aziende, non è stato finora riservato il dovuto approfondimento ai metodi di valutazione e di rilevazione in sede di bilancio di tali risorse nonché alla comunicazione esterna della dinamica del loro valore. In particolare, il ruolo ed il maggior peso strategico che la conoscenza assume nella gestione dell'impresa comporta, tra gli altri effetti, una crescente divaricazione tra i valori economici ed i valori contabili del capitale e del reddito. Sorge, quindi, il problema di come soddisfare, nell'ambito del bilancio di esercizio, l'esigenza di corretta e veritiera rappresentazione dell'azienda, quando la consistenza del patrimonio è fortemente condizionata da risorse immateriali, la cui valutazione è aleatoria e di difficile quantificazione.
Questa ricerca ha inteso approfondire il contributo strategico delle risorse umane alla creazione del valore aziendale e si è, altresì, proposta di individuare le possibili metodologie di valutazione e rappresentazione in bilancio di tali risorse alla luce dei principi contabili nazionali ed internazionali nonché i criteri e gli strumenti informativi, contabili ed extra-contabili, con cui misurare il valore del "capitale umano" dell'impresa e delle sue relazioni sistemiche con il capitale intellettuale. La ricerca è stata finanziata quale Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale (bando PRIN 2003).