Il G8 italiano rappresenta un passaggio importante in una fase in cui appare sempre più diffusa la convinzione che “nulla sarà come prima” e che si imponga il ridisegno del “governo del mondo”; esigenza che scaturisce non solo dalla crisi economico-finanziaria, ma dalle sfide ormai ineludibili che si chiamano, ad esempio, cambiamenti climatici, povertà e disuguaglianze, sicurezza. Ma come fare in modo che ciò che circola nelle “stanze” della politica, delle istituzioni, dell’economia sia messo in comunicazione con la percezione e il comune sentire dei cittadini, affinchè eventi come appunto il G8 ma anche il G20 e altri, non sembrino solo una delle tante occasioni per scattare le solite, stucchevoli foto di gruppo? Da questa domanda nasce l’idea di un libro-documentario, inserito nel filone di una nuova diplomazia pubblica che si va ridefinendo attraverso il dialogo, la comunicazione, gli scambi culturali tra Stati e Comunità. Una logica in cui l’Italia si contraddistingue da almeno un decennio. È la fotografia più nitida dello stato del mondo. E’ il primo tentativo compiuto di comunicazione e interazione con l’opinione pubblica. Ed è lo stimolo più innovativo per proporre soluzioni alla crisi non solo finanziaria ed economica, ma anche politica, culturale e sociale della nostra epoca.